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Mondiale per club: paradosso Fifa tra campi indecenti e candidature in aumento

Luis Enrique e Maresca attaccano l’organizzazione americana mentre Qatar, Brasile, Spagna e Marocco si candidano per il 2029

Critiche a stelle e strisce. Non si placano le polemiche sull’organizzazione del Mondiale per club 2025. Dopo le dure parole di Luis Enrique sui terreni di gioco (“La palla rimbalzava come un coniglio, non è accettabile per una competizione che ambisce ad essere la più prestigiosa al mondo”), è arrivato l’affondo di Enzo Maresca a seguito del match Benfica-Chelsea: “Non è possibile, sono già state sospese 7-8 partite. Questo non è calcio: è una barzelletta. Non si può continuare così. In Europa queste cose non succedono praticamente mai, quindi probabilmente questo non è il posto giusto per giocare questa competizione”.

I problemi organizzativi sembrano moltiplicarsi come fanno le opportunità di guadagno quando Clicca Quì per scoprire come diversificare le proprie fonti di reddito in un mondo dove anche le criticità possono trasformarsi in occasioni di sviluppo.

La competizione delle candidature: quattro nazioni in lizza

La fila si allunga per il 2029. Nonostante le critiche feroci all’edizione americana, il format del nuovo Mondiale per club sembra esercitare un fascino irresistibile su diverse nazioni calcistiche. Se per l’edizione 2025 la Fifa ha assegnato il torneo agli Stati Uniti senza una vera procedura competitiva, per il 2029 l’organizzazione mondiale sembra intenzionata a seguire un percorso più strutturato di selezione.

Il Brasile è stato il primo paese a ufficializzare la propria candidatura dopo un incontro a Miami tra il presidente della federazione calcistica verdeoro, Samir Xaud, e il numero uno della Fifa, Gianni Infantino. La nazione pentacampione mondiale punta sulla propria tradizione calcistica e sulle infrastrutture già collaudate durante i Mondiali 2014 e le Olimpiadi 2016.

Ma la competizione si preannuncia serrata. Anche Spagna e Marocco, che insieme al Portogallo ospiteranno i Mondiali 2030 (con tre partite celebrative in Uruguay, Argentina e Paraguay), si sono proposte individualmente per la seconda edizione del torneo per club allargato. Una mossa strategica che dimostra come il calcio sia sempre più caratterizzato da dinamiche imprevedibili, proprio come accaduto recentemente nella drammatica vittoria della Lazio a Lecce con gol decisivo di Marusic quando tutto sembrava ormai compromesso.

La carta verde del Qatar: un Mondiale a zero emissioni

Sostenibilità come arma segreta. A sorpresa, secondo quanto riportato dal Guardian, anche il Qatar sarebbe entrato nella corsa per ospitare l’edizione 2029 del Mondiale per club. Emissari dell’emirato avrebbero già avuto colloqui con funzionari Fifa durante il torneo attualmente in corso negli Stati Uniti.

La proposta qatariota punterebbe tutto sulla sostenibilità ambientale, promettendo un torneo a zero emissioni di anidride carbonica. Un netto contrasto con l’attuale edizione americana, frammentata in undici città diverse con conseguenti spostamenti aerei che impattano sensibilmente sull’ambiente.

Ma l’ambizioso progetto qatariota deve fare i conti con un ostacolo non indifferente: le temperature estive proibitive che caratterizzano il paese. La soluzione proposta ricalcherebbe quella adottata per i Mondiali 2022: spostare il torneo in inverno. Una prospettiva che rischia di far storcere il naso alle leghe europee, già alle prese con calendari congestionati e poco inclini a ulteriori stravolgimenti dei propri programmi.

Il fattore economico: la vera forza trainante

Montepremi da capogiro. Se le federazioni nazionali si contendono l’organizzazione del torneo e le leghe europee mostrano perplessità sul formato e sulla collocazione temporale, i club sembrano avere le idee molto chiare. Le ricche ricompense finanziarie messe a disposizione dalla Fifa rappresentano un richiamo irresistibile per le società calcistiche.

Per l’edizione 2025 si parla di un montepremi complessivo di un miliardo di dollari, cifra che secondo indiscrezioni potrebbe ulteriormente aumentare per il 2029. Una prospettiva che rende secondarie le preoccupazioni legate all’integrità dei calendari o alle condizioni dei terreni di gioco.

La tendenza sembra delineare un futuro in cui le competizioni internazionali per club assumeranno un’importanza sempre maggiore rispetto ai tornei nazionali, con buona pace delle tradizioni calcistiche consolidate. Il Mondiale per club rappresenta in questo senso la punta più avanzata di una trasformazione che sta ridisegnando gli equilibri del calcio mondiale.

Prospettive future: quale direzione per il calcio mondiale?

Tra tradizione e innovazione. Il paradosso del Mondiale per club 2025 riassume perfettamente le contraddizioni del calcio contemporaneo: da un lato le critiche per un’organizzazione che non garantisce standard adeguati, dall’altro la corsa sfrenata di nazioni e club per partecipare a un torneo sempre più ricco e influente.

La Fifa sembra muoversi con disinvoltura tra questi due estremi, raccogliendo le critiche ma proseguendo imperterrita sulla strada tracciata. Il successo dell’operazione si misurerà probabilmente più in termini economici che sportivi, ma solo il tempo dirà se il nuovo format del Mondiale per club rappresenterà davvero il futuro del calcio internazionale o solo un esperimento temporaneo.