L’attaccante francese racconta il suo percorso umano tra ansie, rinascita in Italia e il rapporto con la famiglia: “Quando è nato Alessio, il calcio non era più la mia priorità”
Una vita tra alti e bassi. Florian Thauvin, 32 anni, campione del mondo con la Francia nel 2018 e oggi punto di riferimento dell’Udinese, si è raccontato in una lunga e toccante intervista al quotidiano francese L’Equipe. Un viaggio personale attraverso le difficoltà, le gioie e le trasformazioni di un uomo prima ancora che di un calciatore, capace di rinascere in Italia dopo momenti di profonda crisi.
Dal Mondiale alla crisi esistenziale
L’arrivo in Friuli. Il trasferimento a Udine nel gennaio 2023 ha rappresentato un punto di svolta nella carriera di Thauvin, reduce da un’esperienza deludente in Messico con il Tigres. Un cambio di scenario non semplice da affrontare sul piano emotivo: “Il giorno in cui ho dovuto lasciare la mia famiglia per Udine è stato molto complicato. Ho visto mio figlio e ho abbassato la testa perché non vedesse le mie lacrime. Ho pianto per quasi quattro ore. In quel momento avevo fretta che la mia carriera finisse”.
Nonostante l’iniziale struggimento, l’attaccante francese ha trovato in Italia una nuova dimensione professionale, chiudendo l’ultima stagione con un bottino di 9 reti e 5 assist in 28 partite, numeri che avrebbero potuto essere ancora migliori se non fosse stato per un infortunio al piede che gli ha fatto saltare gli ultimi due mesi di campionato.
L’importanza della famiglia
Le ferite dell’infanzia. “I miei genitori divorziarono quando avevo 10 anni. Da un giorno all’altro la famiglia si è distrutta e ne sono uscito devastato”, rivela Thauvin ripercorrendo i momenti difficili della sua infanzia. “Non li biasimo. Quando le cose in una relazione vanno male, a volte è meglio prendere strade diverse. Urlarsi addosso ogni giorno non è un buon esempio”.
Quella ferita ha segnato profondamente le sue priorità di vita: “Il calcio era la mia via di fuga, il mio sogno da adulto è poi diventato quello di avere una famiglia unita. Era quello il mio obiettivo”. Un desiderio che si è concretizzato con la nascita del primo figlio, Alessio, venuto al mondo a Monaco il 5 febbraio 2020.
La paternità che cambia tutto
Nuove priorità. “La nascita di mio figlio è il dono più bello che la vita mi abbia mai fatto”, confessa l’attaccante con emozione. “Ma, d’altra parte, ha sviluppato alcune fobie e ansie che prima non avevo. Ho smesso di andare in moto, ho iniziato a guidare più piano in macchina, non volevo più volare e non sopportavo più l’idea di andare al campo. A quel punto, il calcio non era più la mia priorità, mio figlio veniva prima”.
Una trasformazione profonda che ha influito sulla sua carriera ma che, paradossalmente, oggi lo spinge a guardare più lontano: “Ora vorrei giocare fino a 40 anni. Quindi lavoro in palestra e do molta importanza alla preparazione mentale. Il nutrizionista mi ha dato uno chef a casa: niente più glutine, niente più zucchero, niente più lattosio, niente più cipolle”.
Le delusioni umane e la rinascita
Tradimenti e nuove possibilità. Nel suo percorso, Thauvin ha conosciuto anche l’amarezza del tradimento: “La mia gentilezza è stata sfruttata, sono stato tradito più volte. Ma senza rimpianti, perché credo di aver sempre agito con il cuore. Sono le persone che ne hanno approfittato a essere cattive”.
Dal trionfo mondiale del 2018 – seppur con un minutaggio ridotto nella competizione – al “toccare il fondo” in Messico, il francese ha vissuto un’altalena emozionale che oggi può raccontare con serenità. La sua rinascita in Italia rappresenta una nuova pagina di una carriera che continua a sorprendere, tanto che molti appassionati seguono con interesse le sue prestazioni su piattaforme come https://www.myempirecasino.net/it/, dove vengono analizzate le quote e le statistiche dei match di Serie A con protagonista l’attaccante francese.
L’aneddoto su Patrice Evra
Confessioni di spogliatoio. Nella sua intervista, Thauvin ha condiviso anche un curioso retroscena riguardante Patrice Evra, suo ex compagno al Marsiglia e con un passato alla Juventus: “Quando rifilò un calcio a un tifoso, andai nella sua stanza per parlargli e lui mi disse: ‘A volte sento come se il diavolo mi entrasse dentro, ho delle strane reazioni'”.
Mentre Thauvin continua il suo percorso di crescita personale e sportiva, il calcio italiano offre ogni settimana nuove emozioni, come evidenziato dalla recente vittoria della Lazio sul campo del Lecce per 2-1 grazie al gol decisivo di Marusic, risultato che conferma l’equilibrio e l’imprevedibilità di un campionato sempre avvincente.
La storia di Thauvin, tra fragilità umane e rigenerazione sportiva, testimonia come il calcio rimanga uno sport capace di offrire seconde possibilità e di valorizzare non solo il talento tecnico, ma anche la capacità di rialzarsi dopo le cadute.